Sintesi della Relazione su un settore governato dalle REGIONI, PROVINCE, COMUNI, e che sta mostrando una sofferenza pesante nel rapporto fra Politici, Personale dipendente, Operatori, Cittadini. (Assetto del Territorio)
Si palpa un'indignazione che sta rasentando una vera
e propria repellenza. Di chi la responsabilità? Come al solito è
difficile individuarla. Va CAMBIATO il sistema!
È chiaro che le prime responsabilità e maggiori
vengano dall'alto. Che senso avrebbe altrimenti eleggere o
ricoprire certe cariche? Le responsabilità però finiscono per
arrivare anche ai Cittadini che si sentono onesti senza partecipare
alla vita politica. La riforma più grande che il Paese si
attende, secondo la radicata cultura laica, è quella di lavorare per
avere Cittadini attivi, attenti e partecipativi.
Il principio che la legge dev'essere uguale per tutti
non è stato vissuto nella sua completa e corretta interpretazione.
La cultura del ''68 ha avuto una pensante influenza su un degrado
culturale, caratterizzato da un'attenzione ai diritti senza i doveri,
in senso generale. Se esisteva la necessità di rivisitare il
concetto di “Autorità” cercando di associarlo al concetto
di “Autorevolezza” … restava viva ed impellente la
necessità di ricostruire tutto al meglio. Si è perduta la cultura
del bene, del bello, del sapere, della
competenza, della professionalità … da difendere per
sé e per il Paese. Ognuno deve fare la sua parte, in Democrazia,
con competenza e con serietà senza trascurare nessuno dei doveri
sociali.
Il Cittadino ha perduto sempre più, in presenza di
risultati sempre inferiori, il gusto del partecipare alla formazione
delle norme che sono state sempre più complicate, complesse,
intricate, diversificate, da Regione a Regione, da Comune a Comune e
che hanno dato inizio alla cultura dell'URBANISTICA CONTRATTATA in
un gioco sempre più al ribasso perché, fra l'altro, non
completamente trasparente. Si deve cambiare.
Siamo arrivati al punto che un rapporto che dovrebbe
essere lineare e trasparente fra tutti gli interlocutori, finisca per
restare sempre e comunque, alla fine, in mano alla Pubblica
Amministrazione. Il rapporto, poi, appare ancor più squilibrato
dall'introduzione di blandizie, di vie di fuga come il condono
che ha innescato vizi su cui si è teso a metterci ognuno qualcosa di
suo. Se uno STATO dev'essere forte e giusto si deve comportare da
forte e giusto. Il territorio ha finito per essere interessato da una
normativa diversificata, da Comune a Comune, e che ha sovraccaricato
e, nello stesso tempo, privilegiato il ruolo burocratico. È tutto un
gioco al ribasso che alla fine porta ad esasperare le varie
componenti del SISTEMA.
In campo politico, chi ha privilegiato il controllo
interno (minoranza della maggioranza) … è chiaro che non sia
riuscito nel suo intento. Chi ha privilegiato il controllo più
radicale è stato espulso dal SISTEMA. Si è consolidata, nel
tempo, la cultura del pensiero unico. C'è da notare poi che in
questo processo degradante, una mano l'hanno data anche i media
che sono diventati sempre più opachi ai fini della formazione di
un'Opinione Pubblica. I danni appaiono incalcolabili. Il potere
concentrato, nel nostro sistema, è risultato un fallimento.
L'obiettivo di rilanciare la cultura dell'alternanza e della
partecipazione non può che risultare benefico.
Sul piano amministrativo, si ritiene, che realtà
omogenee come la Val di Magra e la Lunigiana, per
esempio, possano esser unificate per alleggerire la struttura
organizzativa, renderla efficiente, privilegiando l'adeguata platea
di contribuenti “controllori”.
CHI SE NON UN'ADEGUATA CLASSE POLITICA PUO' USCIRE
DA QUESTO BLOCCO E DA QUESTA IMPRODUTTIVITA' CHE STA FIACCANDO LE
ENERGIE DI UN PAESE IMPOVERITO ???
Relazione
del Dott. SANDRO CAPITANIO, segretario regionale de M.F.E. al
convegno di CA'LUNAE.
Gruppo di lavoro sull'assetto del
territorio, dell'Ass. Diritti e Doveri
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