mercoledì 26 novembre 2014

Pubblicazione degli atti del convegno, a CA' LVNAE, del 8 novembre 2014

Convegno 8 novembre 2014 presso CA' LVNAE

Articolo Sandra Bonsanti su "il Fatto Quotidiano" del 18 novembre 2014

Da Il Fatto Quotidiano del 18 novembre 2014 ricaviamo il testo di Sandra BONSANTI presidente dell'associazione Libertà e Giustizia, nostri “cugini”, e che sottolinea la difficoltà del nostro paese a far emergere verità che in uno stato di diritto dovrebbero essere di dominio pubblico. La cultura LAICA ha faticato e sta faticando a far emergere la VERITÀ senza la quale non ci può essere GIUSTIZIA.
Articolo Sandra Bonsanti su "il Fatto Quotidiano" del 18 novembre 2014

lunedì 24 novembre 2014

Conclusioni sul convegno CA' LUNAE 2014



Pubblichiamo, solo oggi, le CONCLUSIONI, a CONVEGNO avvenuto, perché il dialogo che dura da anni e che è destinato a protrarsi non ha potuto espletarsi completamente, nella data indicata. Così, nei giorni immediatamente successivi, ci sono pervenute le comunicazioni di chi non aveva potuto presenziare compiutamente, di chi è arrivato tardi per altri impegni, di chi, pur presente, aveva preferito ascoltare. Sono pervenute le comunicazioni di Elio GENTILI (Nicola Nostra), di Sandra DEL MONTE (Consigliera di parità della provincia spezzina) di Beppino MONTALTI da Pistoia, presente (già membro del gruppo di lavoro nazionale con Lucio ROSAIA sui problemi della sanità e firmatario, col sottoscritto, della 3a MOZIONE al Congresso naz. P.R.I. di Chianciano, 1999). Non ci è ancora pervenuto il contributo della UIL territoriale per impegni cogenti di questi giorni. Lo pubblicheremo. Cogliamo invece l'occasione della pubblicazione su “il Fatto Quotidiano” di un testo sui “Misteri Italiani” di Sandra BONSANTI, presidente di LIBERTA' e GIUSTIZIA. Traiamo, ora, le nostre CONCLUSIONI, oggi, 21 novembre 2014.

Con manifesta soddisfazione possiamo raccogliere un quadro, sufficientemente delineato della nostra visione LAICA , dei problemi attuali. Il nostro modo di vedere è stato sacrificato dai partiti di massa che hanno dominato la scena della 2a repubblica. Simo riusciti a resistere in piena autonomia per salvaguardare un “patrimonio, un lievito”. Penso che se vogliamo guardare al futuro con la prospettiva di un CLIMA più civile, sia necessario guardare al RECUPERO di quei valori sui quali abbiamo tenuto duro. Credo d'interpretare la cortesia dei Partecipanti e degli interessati se ritengo superata la fase dei tatticismi, degli opportunismi per dar maggior spazio agli interessi del PAESE intero. Libertà per tutti, Uguaglianza per tutti, Fraternità, Solidarietà per tutti sono beni comuni e dovrebbero affermarsi come modelli per l'azione politica, almeno secondo il nostro modo di vedere.
Il Convegno ha fatto emergere, in modo netto, l'esigenza profonda di
CAMBIAMENTO. È cresciuta, fino alla rabbia, l'insoddisfazione per questa EUROPA, per questa REPUBBLICA, per questa DEMOCRAZIA, per la POLITICA sleale. Le periferie (in senso generale) si sono finalmente mosse. E non sono quelle della “mazurca di periferia”. Sono altra cosa! Troppe energie, troppe capacità non si sentono più rappresentate da nessun politico e da un Potere concentrato … autoreferente … impunito. La visione politica perseguita, durante tutta la 2a repubblica, ha dimostrato un pieno fallimento per miopia, egoismo, sfrenato ed offensivo. Lo squilibrio dei poteri, la divaricazione fra capitale e lavoro, l'evasione fiscale, la corruzione, la disoccupazione crescente … accusano il potere in modo inequivocabile. La mancanza di racconto della reale evoluzione politica, la giustizia denegata … stanno preparando un CLIMA preoccupante.
I LAICI non possono che essere alleati di chi ha subito abusi, omissioni, ingiustizie, violenze, slealtà. Il PAESE è in ginocchio! E noi, naturalmente ragioneremo con tutti.
Mancano le risorse? Non ci sono capacità? Mancano modelli consolidati? È stato rispettato il patto costituzionale? Perché si è impedito di FARE?
Chi deve continuare ad esercitare potere autoreferente?
- Gli esecutori delle sentenze di morte civile e politica, senza processo?
- Quelli che escludono gli altri senza confronto politico?
- Quelli che impediscono la formazione di un'Opinione Pubblica?
- Quelli che bloccano ricerca della VERITA' e GIUSTIZIA?
- Quelli che riescono a giustificare “l'assenteismo” elettorale?
Il PAESE che ci avevano lasciato i nostri padri è ancora ricco in tutti i sensi. Ha disponibilità di cervelli, di braccia, di beni. Ha modelli politici, culturali insuperati che vanno riscoperti. Siamo convinti che basterebbe una mossa per far rinascere la fiducia in un Popolo pesantemente maltrattato. “A casa chi ha mentito”! “Impegno alla TRASPARENZA”! “Ognuno sia responsabile della parte che gli compete”!
IL SOLE RISPLENDERA' ANCORA! Il Patto Costituzionale prevede Repubblica e Democrazia. Ripartiamo da lì, da LIBERTÀ … UGUAGLIANZA … SOLIDARIETÀ per tutti!”
LUNI ( la città da ricostruire ) 21 novembre 2014
Il portavoce di
“Democrazia Partecipata” e
“Quadrare il Cerchio”
www.democraticilaici.blogspot.it
Nota: martedì o mercoledì gli atti del convegno saranno tutti sul BLOG

venerdì 14 novembre 2014

Convegno a CA' LUNAE. Resoconto sull'introduzione

Convegno a CA' LUNAE dell'8 novembre 2014
“LA POLITICA da RICOSTRUIRE”
Rilancio dei Valori di EUROPA – REPUBBLICA – DEMOCRAZIA - LEALTA'

Resoconto sull'introduzione: Oggi, possiamo dire tranquillamente che la nostra scelta, sofferta, di vent'anni fa era risultata oculata e previdente. Eravamo depositari di un “bene storico” enorme … frutto di sacrifici, d'intelligenza, d'amor di patria di tanti nostri padri. Non era lecito, in presenza di evidenti e radicati aspetti di centralismo democratico, manifestati e di liberismo disinvolto … indebolire quel nocciolo duro che conoscevamo, che faceva conto sull'equilibrio dei poteri, sullo stato di diritto che voleva rappresentare ancora l'area laica. La sua forza risiedeva nella fiducia che dovevamo al lavoro di LA MALFA, di CALAMANDREI, di PERTINI, di EINAUDI … Avevano portato all'approvazione di un PATTO COSTITUZIONALE rigido, non soggetto agli umori di maggioranze che si sarebbero potute determinare. Beni Comuni, come GIUSTIZIA nella LIBERTA' – DIRITTI e DOVERI – FRATERNITA' non potevano essere filtrati attraverso i desiderata di maggioranze, comunque formate. La REPUBBLICA avrebbe dovuto poggiare sullo STATO di DIRITTO, con l'uguaglianza di tutti i Cittadini difronte alla legge e con i POPOLO SOVRANO. I nostri circoli di “Democrazia Partecipata” e “Ass. Diritti e Doveri” sono nati in quell'epoca come testimonianza di fede nei confronti di quel PATTO COSTITUZIONALE che temevamo, come poi è successo, che sarebbe stato modificato sulla base di prassi che fanno perno sulla forza. Non si è discusso a sufficienza, nell'Area LAICA e noi ci siamo ritrovati soli, con amici sparsi per tutta Italia e con molti amici che hanno preferito accodarsi al centrosinistra e al centrodestra, senza trasparenti garanzie. La Repubblica, lo STATO, oggi si trovano in “ginocchio”. La legge elettorale del ''93 e successive … hanno sacrificato la partecipazione, non hanno valorizzato competenze e meriti, non strumenti di controllo. Si sono promosse irresponsabilità, non si è provveduto a dotare il cittadino contribuente di strumenti di controllo, se non quelli elettorali ma senza corretta e completa informazione. Oggi i fallimenti sono gestiti da “irresponsabili impuniti”.

Il nostro ESPOSTO del 2012 sostenuto da 600 firme non ha avuto attenzione. Ci troviamo in una transizione infinita. Non conviene a nessuno ascoltarci. Nessuno ha interesse a legittimarci, meno che tutti i media che ci hanno annullati. Eppure il nostro BLOG evidenzia pensieri costanti su tutte le materie di interesse pubblico. Sentiamo di dover esprimere profonda gratitudine al Presidente C.A.CIAMPI che ancora oggi ci onora della Sua attenzione. Molti amici, che oggi sono qui in un modo o nell'altro, si confrontano con noi ed, assieme ragioniamo. Vediamo il peggiorare continuo di una situazione governata da esponenti di culture diverse ma con comportamenti fuori o ai limiti dello stato di diritto. Vogliamo ancora lanciare un nostro messaggio carico di speranza verso la democrazia. Assistiamo alla diffusa presenza di un Popolo che riesce ancora a tollerare l'uscita dallo Stato di Diritto ma si presentano aspetti di crescente preoccupazione. Da chi possiamo, oggi, noi, essere rappresentati? Abbiamo saputo di un monumento provocatorio, all' INVIDIA , è stato elevato a Berceto (PR), oltre il passo della Cisa e noi vogliamo lanciare l'idea di un monumento al RISPETTO, alla SERIETA', all'IMPEGNO per il proprio PAESE. Vogliamo farlo con uomini come MAZZINI … GANDHI … o con ragazzi moderni come MALALA. La politica deve ritornare ad essere una cosa seria, non brigantaggio. C'è bisogno di FIDUCIA. La fiducia si crea con precisi presupposti. Ma chi con noi non ha mai voluto chiarire e guarda solo a numeri come può ispirare fiducia?

In questa particolare circostanza mi sia permesso di esprimere una personale riflessione sulla mia famiglia: Spero che sappia razionalizzare il sacrificio che, involontariamente, le ho procurato.
Nota: seguiranno i resoconti delle relazioni, interventi, comunicazioni … espressi durante il convegno.

giovedì 6 novembre 2014

Lettera del Presidente C.A.CIAMPI sul convegno di CA'LUNAE

Di seguito è riportata la copia della lettera che abbiamo ricevuto dal Presidente C.A.CIAMPI per augurare il buon esito del convegno

Sintesi sulla relazione La gestione del territorio

Sintesi della Relazione su un settore governato dalle REGIONI, PROVINCE, COMUNI, e che sta mostrando una sofferenza pesante nel rapporto fra Politici, Personale dipendente, Operatori, Cittadini. (Assetto del Territorio)

Si palpa un'indignazione che sta rasentando una vera e propria repellenza. Di chi la responsabilità? Come al solito è difficile individuarla. Va CAMBIATO il sistema!
È chiaro che le prime responsabilità e maggiori vengano dall'alto. Che senso avrebbe altrimenti eleggere o ricoprire certe cariche? Le responsabilità però finiscono per arrivare anche ai Cittadini che si sentono onesti senza partecipare alla vita politica. La riforma più grande che il Paese si attende, secondo la radicata cultura laica, è quella di lavorare per avere Cittadini attivi, attenti e partecipativi.
Il principio che la legge dev'essere uguale per tutti non è stato vissuto nella sua completa e corretta interpretazione. La cultura del ''68 ha avuto una pensante influenza su un degrado culturale, caratterizzato da un'attenzione ai diritti senza i doveri, in senso generale. Se esisteva la necessità di rivisitare il concetto di “Autorità” cercando di associarlo al concetto di “Autorevolezza” … restava viva ed impellente la necessità di ricostruire tutto al meglio. Si è perduta la cultura del bene, del bello, del sapere, della competenza, della professionalità … da difendere per sé e per il Paese. Ognuno deve fare la sua parte, in Democrazia, con competenza e con serietà senza trascurare nessuno dei doveri sociali.
Il Cittadino ha perduto sempre più, in presenza di risultati sempre inferiori, il gusto del partecipare alla formazione delle norme che sono state sempre più complicate, complesse, intricate, diversificate, da Regione a Regione, da Comune a Comune e che hanno dato inizio alla cultura dell'URBANISTICA CONTRATTATA in un gioco sempre più al ribasso perché, fra l'altro, non completamente trasparente. Si deve cambiare.
Siamo arrivati al punto che un rapporto che dovrebbe essere lineare e trasparente fra tutti gli interlocutori, finisca per restare sempre e comunque, alla fine, in mano alla Pubblica Amministrazione. Il rapporto, poi, appare ancor più squilibrato dall'introduzione di blandizie, di vie di fuga come il condono che ha innescato vizi su cui si è teso a metterci ognuno qualcosa di suo. Se uno STATO dev'essere forte e giusto si deve comportare da forte e giusto. Il territorio ha finito per essere interessato da una normativa diversificata, da Comune a Comune, e che ha sovraccaricato e, nello stesso tempo, privilegiato il ruolo burocratico. È tutto un gioco al ribasso che alla fine porta ad esasperare le varie componenti del SISTEMA.
In campo politico, chi ha privilegiato il controllo interno (minoranza della maggioranza) … è chiaro che non sia riuscito nel suo intento. Chi ha privilegiato il controllo più radicale è stato espulso dal SISTEMA. Si è consolidata, nel tempo, la cultura del pensiero unico. C'è da notare poi che in questo processo degradante, una mano l'hanno data anche i media che sono diventati sempre più opachi ai fini della formazione di un'Opinione Pubblica. I danni appaiono incalcolabili. Il potere concentrato, nel nostro sistema, è risultato un fallimento. L'obiettivo di rilanciare la cultura dell'alternanza e della partecipazione non può che risultare benefico.
Sul piano amministrativo, si ritiene, che realtà omogenee come la Val di Magra e la Lunigiana, per esempio, possano esser unificate per alleggerire la struttura organizzativa, renderla efficiente, privilegiando l'adeguata platea di contribuenti “controllori”.
CHI SE NON UN'ADEGUATA CLASSE POLITICA PUO' USCIRE DA QUESTO BLOCCO E DA QUESTA IMPRODUTTIVITA' CHE STA FIACCANDO LE ENERGIE DI UN PAESE IMPOVERITO ???
 
Relazione del Dott. SANDRO CAPITANIO, segretario regionale de M.F.E. al convegno di CA'LUNAE.
Gruppo di lavoro sull'assetto del territorio, dell'Ass. Diritti e Doveri

Gestione del territorio: storia di un fallimento

RELAZIONE del GRUPPO di LAVORO dell'Ass. DIRITTI E DOVERI su:
“A che cosa è servita tanta programmazione territoriale?”.




LA GESTIONE DEL TERRITORIO: STORIA DI UN FALLIMENTO

Quando in Europa sul finire degli anni “30 soffiavano i gelidi venti dei regimi autoritari, e la nostra penisola non è stata certamente immune da tali eventi, l’Italia, fra le poche in Europa e nel resto del mondo, si distingueva per un atteggiamento del tutto moderno e democratico nella gestione del territorio.
Le devastazioni che avrebbe comportato il conflitto mondiale prossimo venturo all’assetto del territorio, e con questo alle città, ai borghi storici, alle campagne ed alle strade esistenti, che fino a quel momento caratterizzavano l’assetto insediativo ed infrastrutturale la nostra penisola, non erano neanche minimamente immaginabili.
Quand’anche, ben presto, si ebbe la certezza che i venti di guerra avrebbero in qualche modo coinvolto in profondità gli italiani, chiamati a combattere fuori dalle proprie terre, e la convinzione di essersi imbarcati in una progetto folle cominciò a fasi largo nelle coscienze degli italiani spodestando l’arroganza fascista che ormai da un ventennio si era fatto largo nelle masse acritiche, mai si sospettò minimamente che anche l’Italia avrebbe potuto divenire essa stessa il teatro di una delle più feroci e stupide guerre, anche fratricide, della storia recente dell’umanità.
E nessuno avrebbe mai potuto immaginare che quella devastazione avrebbe in seguito dato origine, dalla fine delle guerra agli anni successivi, alla più grande trasformazione in negativo del territorio italiano attraverso un insieme convulso e irregolare di interventi edilizi ed infrastrutturali che avrebbero cambiato per sempre l’assetto dei nostri luoghi.
Sarebbero sorte le periferie intorno alle grandi città. Polipi dai lunghi tentacoli. Cancri urbani. Sarebbero stari ricostruiti interi isolati multipiani in luogo delle palazzine di pochi piani abbattute dalle bombe. Sarebbero sorte le baraccopoli. Sarebbero state costruite nuove strade, ponti e gallerie talvolta senza logica e solo per interesse privato. E poi fabbriche e poi ancora strade e nuove case.
Nessuno sul finire degli anni “30 avrebbe mai immaginato di poter scattare una fotografia e di poterlo rifare 30 anni dopo con l’incredibile risultato di non riconoscere più i luoghi originari.
Ma se qualcuno per caso, in fondo a quell’abisso in cui stava per cadere l’Italia, avesse avuto l’intuito di poter solo lontanamente sospettare quale corso avrebbero preso gli eventi, quale possibile soluzione avrebbe potuto ipotizzare con i mezzi di cui disponeva allora?
Nessun problema”, avrebbe osato affermare.
Nessun problema, perché nonostante tutto, in quell’Italia, già zeppa di contraddizioni, una nota non stonata però sembrava davvero esserci.
Si, perché l'Italia nel 1939 era uno dei pochi Stati che, in assoluto anticipo sui tempi, si erano già dotati di due leggi fondamentali sulla tutela dell'ambiente e del patrimonio storico edilizio: la legge 1497 sulla tutela delle bellezze d'insieme e dei sistemi paesaggistici e la legge 1089 sulla salvaguardia dei monumenti. Inoltre, da lì a tre anni, esattamente nel 1942, si sarebbe dotata anche della legge fondamentale dell'urbanistica: la legge 1150, che, anch’essa in grande anticipo sui tempi, dettava norme sull'obbligatorietà posta in capo ai Comuni di dotarsi di un Piano Regolatore urbanistico, ovvero di uno strumento urbanistico che regolasse lo sviluppo delle città e stabilisse regole ben precise sul costruito e sull'edificato futuro che avrebbe interessato il resto del territorio.
Com’è strana l’Italia!
In un'epoca piena di ombre dove addirittura si facevano, si approvano e si applicavano leggi finalizzate a differenziare le razze, a esaltarne in modo ignobile e disumano alcune rispetto ad altre, introducendo pregiudizi aberranti e fuori da ogni elementare concetto democratico e di libertà, su un altro binario, quasi del tutto opposto, c'era un'altra Italia che invece stava cercando di tutelare, per il bene comune, parti del territorio dalle possibili trasformazioni che l'uomo moderno avrebbe potuto arrecare, introducendo norme di tutela e regole sul costruito, a beneficio di tutti, indistintamente.
Com’è strana l’Italia!
Dunque gli strumenti per ricostruire l’Italia dopo la grande tragedia della seconda guerra mondiale c’erano già tutti. Bastava applicarli.
Ma allora perchè la ricostruzione non ha seguito quelle regole?
Perchè sono state applicate solo in alcune parti del territorio?
Avevano forse un difetto quelle leggi?
Come la gran parte delle leggi italiane, in quelle leggi c'era un rimando. L’inevitabile rimando che contraddistingue il sistema giuridico italiano, dove la buona norma, quella consolidata dall’uso comune costituisce giurisprudenza, come nei paesi anglosassoni, di fatto non esiste o è sopraffatto dal “burocratese”!
Se da un lato l'applicazione della nuova legge urbanistica (la legge 1150/1942) su tutto il territorio comunale restava solo una facoltà (sarebbe divenuta un obbligo solo nel 1967 - ben 25 anni dopo! - quando la ricostruzione era ormai già avvenuta nella sua interezza), dall'altro l'applicazione delle leggi ambientali, eccezion fatta per i monumenti ed alcuni sporadici decreti che hanno tutelato solo alcune parti del territorio nazionale, sarebbe stata rinviata a successivi provvedimenti che hanno cominciato a prendere corpo solo nel 1985 con il decreto Galasso.
Il 1985! Già, il 1985!
Più di 45 anni dopo!
Se pensiamo che quell'intervallo di tempo racchiude di fatto gli anni in cui il volto dell'Italia è cambiato definitivamente è facile immaginare quanto e come l'Italia sia stata depauperata di alcune bellezze naturali che invece avrebbero potuto essere salvaguardate sin da subito e come, di contro, l’urbanizzazione di gran parte del territorio italiano sia potuto avvenire liberamente alla mercè di chi aveva tutto l’interesse di capitalizzare il territorio a scopi privatistici e non di salvaguardarlo per il bene comune.
E' sufficiente pensare alle innumerevole costruzioni realizzate in alvei fluviali o nelle vicinanze delle loro sponde. Infatti una delle norme ambientali, mai poste in essere fino al 1985, prevedevano proprio che le nuove costruzioni previste entro una fascia di rispetto di 150 metri (per lato) lungo le acque pubbliche dovessero essere preventivamente autorizzate sotto il profilo ambientale.
Quante di queste costruzioni (abitazioni, capannoni, anche scuole o altri servizi in genere) lo sono state?
E quante di queste oggi sono state interessate da fenomeni alluvionali o si trovano in aree a rischio idrogeologico?
Quanti sono i danni subiti dagli utilizzatori di tali manufatti e quanti sono inoltre quelli sostenuti dalla pubblica collettività per risanare ogni volta le criticità che si sono ripetute nei corso degli anni, soprattutto gli ultimi, a seguito di alluvioni, esondazioni, frane o quant'altro?
E così arriviamo al 1967.
Sono ormai trascorsi più di 25 anni dall'uscita delle leggi urbanistiche ed ambientali. Il boom edilizio ed economico è in pieno atto. Le città si sono trasformate. Altre lo stanno ancora facendo. Alcune seguendo i primi Piani regolatori del dopo guerra, altre in modo convulso ed irregolare, dando origine a periferie con la sola funzione di inscatolare gente come sardine, prive di ogni servizio comune e di conseguenza fonti di criticità di natura sociale.
Ma per fortuna alla fine degli anni “60 gran parte del territorio è ancora immune dalla speculazione edilizia.
Siamo ancora in tempo”. Verrebbe da esclamare. Serve una legge. Una legge che regolamenti l'obbligatorietà che ad ogni metro cubo in più di costruito corrisponda un ben determinato e corrispondente spazio o servizio pubblico (servono scuole, spazi verdi attrezzati pubblici, strade e una rete di servizi di collegamento pubblico, parcheggi pubblici, servizi pubblici, etc.).
In proposito uscirà un Decreto Ministeriale nel 1968.
Serve poi una legge che estenda l'obbligatorietà di regolamentare l'espansione edilizia anche su tutto il resto del territorio.
In proposito uscirà la cosiddetta legge Ponte nel 1967.
Ecco, finalmente, dopo le leggi del 1939 e del 1942, che hanno fatto la teoria, ora gli strumenti operativi ci sono.
Ma anche stavolta le leggi non impongono obblighi di tempistiche e così siamo nuovamente punto e a capo.
Intorno all’edilizia ruotano interessi enormi. Dov’è l’interesse a limitarne l’uso ed il consumo?
Così tutto va al rallentatore e le istituzioni sembrano avvallare responsabilmente tale andamento.
I Comuni un poco alla volta cominciano a dotarsi dei primi Piani Regolatori estendendo la regolamentazione su tutto il loro territorio, ma a farlo, a partire dagli anni 70, sono in pochi. Intanto il boom edilizio assorbe nuova linfa.
Ormai siamo agli inizi degli anni "80. Una nuova stagione per l'edilizia. Quella industriale. Quella in serie. Quella più pericolosa. Quella dove la speculazione comincia a lasciare impronte indelebili. Quella che graffia le colline. Quelle che pianta fondazioni di cemento in zone esondabili. Quella che fa assumere alle periferie la forma di alveari impazziti. Quella che comincia ad interessare anche le campagne e le colline dei centri minori.
Confrontate una fotografia del nostro territorio degli anni “60 e rapportatela con alcune fotografie della fine degli anni “80. E' sufficiente soffermarci sulla bassa piana della Magra. Da Massa alla Spezia.
Un vero e proprio processo di conurbazione (termine coniato dal grande urbanista e sociologo inglese Patrick Geddes) ha interessato tutta la piana.
Conurbazione significa essere andati oltre il processo di urbanizzazione. Significa non avere più uno spazio libero, ma una sola ed unica edificazione continua e sistematica.
Significa, per i nostri luoghi, avere per sempre cancellato la maglia dell'antica centuriazione romana che aveva caratterizzato e delineato l'assetto del nostro territorio per oltre 2000 anni.
Ma ormai è troppo tardi. Il dado è tratto.
Nel 1985 quando ormai molti Comuni cominciano ad essere a regime ciascuno con il proprio Piano Regolatore operativo, il peggio ormai è stato fatto. Le colline sono state sventrate. Il loro assetto idrogeologico indebolito. Le piane sono state occupate. Il corso dei fiumi ristretto. Il deflusso delle loro acque limitato o occluso. Il cemento intanto ha ridotto le aree permeabili. Gli storici canaletti di scolo sono stati sbarrati o ricoperti.
Una sola domanda affligge il legislatore urbanistica nel 1985: cosa fare di tutte queste migliaia di costruzioni realizzate in assenza di regole precise?
Abbatterle?
Abbatterle o sanarle?
Sanarle! Ecco la giusta soluzione. Ecco la soluzione più semplice. Ecco l’ennesimo errore.
Inizia la stagione dei condoni. Dapprima con un provvedimento straordinario, ma poi con cadenza regolare. Il condono raccogli consensi, si sa! Consensi immediati. Il contrario del conto che sarà loro presentato anni ed anni dopo, quando le mutate condizioni climatiche devasteranno i luoghi impunemente occupati dall’uomo.
Nel 1985 esce la legge fondamentale sull'edilizia che inasprisce le sanzioni penali in materia di abusi edilizie, ma che, allo scopo di fare un punto zero, in realtà da il via alla stagione dei condoni edilizi.
Condoni che da quella data si sono succeduti con una sconcertante ripetitività temporalità.
Ogni 9 anni! Esattamente ogni 9 anni ne esce uno.
Il primo nel 1985
Il secondo nel 1994
Il terzo nel 2003
Il quarto, latente ed ancora sotterraneo, ma destinato a diffondere i suoi effetti nel prossimo futuro, concretizzato nella sanatoria catastale introdotta con una normativa del 2012 (sempre dopo nove anni!)
9 anni. Esattamente il tempo necessario affinché una pratica di abuso edilizio possa tranquillamente percorrere indenne tutto le fasi giudiziarie dal classico ricorso al TAR, attraverso l'appello ed in ultimo il ricorso al Consiglio di Stato.
Ora la domanda che sorge spontanea è: a cosa è servita la strumentazione urbanistica che avrebbe dovuto regolamentare, contenere e riqualificare lo sviluppo urbanistico del nostro territorio?
Ha senso nel 2014 incattivirsi con il funzionario di turno o il Sindaco in carica che deve garantire la sicurezza di milioni di abitazioni costruite in luoghi che per loro natura e vocazione erano invece deputati a contenere il deflusso delle acque o che per fragilità geomorfologica non erano assolutamente propensi a ospitare nuove edificazioni?
Ha senso indignarsi con un Sindaco appena eletto che si ritrova ad affrontare di continuo situazioni di emergenza dovute, si alle mutate condizioni climatiche ma anche e soprattutto ad una scellerata gestione del territorio condotta in modo continuato ed indiscriminato negli ultimi 50 anni?
Chi deve realmente essere condotto sul banco degli imputati?
E quali interventi devono essere assunti oggi per riparare a questi danni?
La storia esige dei responsabili. La storia, quella vera, è questa. E’ fatta di fatti. E’ fatta di nomi. Ed i nomi ci sono tutti. Sono scritti sulle leggi che si sono succedute in Italia negli ultimi 50 anni.
Poi fatto questo, scritta la pagina ed assegnate le responsabilità, occorre voltarla quella pagina. Voltarla e ripartire. Questa volta con l’approccio giusto.
Consegnamola questa Italia a chi è indenne da lobby o giochi potere. Facciamolo con fiducia. Voltiamo le spalle agli intrighi di potere. C’è molto da salvare ancora. C’è da intervenire con rapidità inaudita. C’è da preparare bende e medicine. Ci sono diagnosi da redigere e cura da seguire. Il nostro territorio può essere curato solo dalla conoscenza della storia e di quello che è stato.
C’è da pagare il conto. E quelli che hanno mangiato finora lo hanno lasciato da pagare alle nostre generazioni. C’è da vergognarsi. Dobbiamo imparare a farlo. Perché a farci vergognare non sono stati i nostri nonni, che per l’Italia sono morti, ma la generazione successiva, che è cresciuta nel benessere ed a pensato che fosse cosa dovuta.
C’è una nuova generazione da crescere e sulla credere e sperare.
Il nostro territorio va amato e non violentato.


LA PIAGA DEI CONDONI EDILIZI ?
DAL 1985 AL 2003 SI SONO SUSSEGUITI 3 CONDONI EDILIZI !!!

L’ECCESSIVA BUROCRAZIA NORMATIVA?
MOLTE NORME SI CONTRADDICONO FRA DI LORO E RISULTANO DI DIFFFICILE APPLICAZIONE


LA SCARSA COMUNICABILITA’ FRA AMMINISTRAZIONI DELLO STATO, DELLA REGIONE, DELLA PROVINCIA E LOCALE?
LE AMMINISTRAZIONI CENTRALI NON CONOSCONO I VERI PROBLEMI CHE AFFLIGGONO LE AMMINISTRAZIONI LOCALI

LA MANCANZA DI UNO STRUMENTO DI PIANIFICAZIONE MODELLO PER TUTTI I COMUNI CHE PARLI UNO STESSO LINGUAGGIO ?
OGNI COMUNE E’ DOTATO DI UN PIANO URBANISTICO CHE PARLA UN LINGUAGGIO DIVERSO RISPETTO AL COMUNE LIMITROFO

Detti memorabili di Mahatma GANDHI

Detti memorabili di Mahatma GANDHIda ricordare nel nostro convegno di CA'LUNAE del 8 novembre p.v.



“ Mantieni i tuoi pensieri positivi,
perche’ i tuoi pensieri diventano parole.
Mantieni le tue parole positive,
perche’ le tue parole diventano i tuoi comportamenti.
Mantieni i tuoi comportamenti positivi,
perche’ i tuoi comportamenti diventano le tue abitudini.
Mantieni le tue abitudini positive,
perche’ le tue abitudini diventano i tuoi valori.
Mantieni i tuoi valori positivi,
perche’ i tuoi valori diventano il tuo destino.”!
(Mahatma Gandhi)!


Chiediamo ai nostri lettori di esprimere il gradimento sulla necessità di dar corso ad una cultura di tal genre.

lunedì 3 novembre 2014

A CA'LUNAE … Sabato 8 novembre, ore 15

COME FA a formarsi una PUBBLICA OPINIONE, un'ALTERNATIVA di GOVERNO se si fa di tutto per escludere i RESISTENTI e le giovani GENERAZIONI? Se non si raccontano le dure lotte che i “Resistenti” al Potere hanno prodotto e producono , come può la Pubblica Opinione riacquistare FIDUCIA? Il PENSIERO UNICO l'ha fatta troppo da padrone! È necessaria un'alternativa!
Quella che è la situazione in generale e spezzina in particolare, ormai lo sanno anche i sassi. Il problema, o meglio, uno dei problemi è quello di voler individuare l'entità dei singoli danni, la causa dei singoli danni, i responsabili, a scalare, e procedere ai rispettivi provvedimenti. La cultura del pensiero unico, ha prodotto, alti obiettivi da raggiungere con una capacità operativa, però, dove non si sono ottenuti risultati e dove è difficile valutare meriti e demeriti. La peggior complicazione, poi, deriva da un sistema elettorale territoriale che ancora oggi non si accenna a modificare. Un bipolarismo dove la maggioranza diventa insostituibile, irresponsabile ed inoperante non può che continuare a produrre questi risultati e la stragrande maggioranza dei politici “abbozza”. Se i nostri tentativi di far discutere apertamente sono stati destinati da una parte a far vincere sempre i soliti, dall'altra a far fuggire gli elettori, significa che la malattia della democrazia italiana è notevolmente preoccupante. I nostri tentativi di far discutere apertamente sono stati destinati alla copertura dei responsabili. Se la tendenza del paese è quella di trattare sottobanco con una maggioranza sarà difficile che possa nascere un'alternativa. Nell'interesse del Paese i DemocraticiLAICI insistono perché si faciliti la nascita di un sistema bipolare con la possibilità concreta di un'alternativa di governo. Se un polo continua a pretendere di rappresentare il bene e a delegittimare l'altro polo sarà difficile arrivare ad analisi obbiettive e a correzioni di errori palesi. Ma questo sistema continuerà a produrre danni per i più deboli. Se tutti vogliono stare in maggioranza per vincere senza poi saper decidere … se le minoranze continueranno ad essere considerati nemici da eliminare o da conquistare … ci dite dove può stare la lealtà del gioco e la possibilità di rifiutare il meglio con la forza del numero? Aggiungiamo poi a questo quadro scialbo … il ruolo di un'informazione ridotto a funzione celebrativa dei vincitori o loro portavoce e poi si potranno spiegare i risultati da disperazione sociale. Tanta gente piange! Vogliamo andare avanti ancora per anni? I canoni della democrazia verticistica sono risultati improduttivi. Sarebbe un errore ripeterli. È necessario intraprendere la via della Democrazia Partecipata che, purtroppo, predichiamo da vent'anni. NON SI PUO' PRETENDERE CHE LA GENTE CONTINUI A VENDERE IL PROPRIO CERVELLO! DEVONO FINIRE I PRIVILEGI. LA MASSA DEGLI INCAVOLATI E' ENERME ED ATTENTI AD ILLUDERLI ANCORA! Siamo rimasti ancorati ai principi dei nostri padri. Avevano costruito davvero … LORO! Non siamo stati graditi perché rigorosi. Si è contato su maggioranze numeriche. Ora, a chi ha governato ci sembra normale chiedere di rendere conto dei risultati ed, assieme, ripartire con i dovuti correttivi.
L'ITALIA sempre più si definisce come il paese dei misteri. Non ci sono risultati. I risultati ci dicono che stiamo perdendo battute nei confronti di tutti gli altri paesi che dimostrano più serietà. Eppure basterebbe una mossa! A Berceto, subito dopo il passo della Cisa … è stato eretto, provocatoriamente, un monumento all'invidia. Lo abbiamo saputo poche settimane fa da un professore. Basterebbe una mossa! Se si cominciasse a valorizzare invece dell'invidia, della gelosia, della violenza … il rispetto, la competenza, la serietà, in Politica … il PAESE potrebbe riprendersi come il lume con l'olio. Prima del CONVEGNO pubblicheremo la sintesi di un programma di GANDHI che ci ha inviato un amico. Proviamo a valutarlo ASSIEME? Intanto noi vorremmo avviare un sondaggio. Sono cose che ha detto Gandhi, mica l'ultimo arrivato!

LUNI ( la città da ricostruire )3 novembre 2014

ULISSE